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A Città di Castello il ritrovamento dell’antico manoscritto di Giovanni Pierluigi da Palestrina ispira le celebrazioni dei Santi Florido e Amanzio con tante iniziative culturali e liturgiche in programma.
Dal ritrovamento sono partiti tre appuntamenti: 

- il concerto di domenica 16 novembre alle ore 17 presso la Basilica Cattedrale con la Schola Cantorum Anton Maria Abbatini - Preparatrice vocale Emanuela Agatoni; il Libercantus Ensemble - Maestro del Coro Vladimiro Vagnetti; la Schola Gregoriana Scriptoria - Maestro del coro Dom Nicola Bellinazzo, osb; l'Ensemble Strumentale Abbatini; direttore sarà il M° Alessandro Bianconi;
- la conferenza dal titolo “Una Cappella musicale e la sua musica. Gli inediti di Palestrina e Abbatini” che si terrà sabato 15 novembre alle 17 presso il Salone gotico del Museo del Duomo, relatori Mons. Andrea Czortek, Vicario Diocesano,
Direttore dell’Archivio Storico e Biblioteca Storti-Guerri, il Prof. Galliano Ciliberti, Musicologo e Docente di Storia della Musica presso il Conservatorio di Monopoli, e il M° Alessandro Bianconi, Direttore della Schola Cantorum Anton Maria Abbatini;

- la mostra gratuita allestita presso il Museo diocesano dal titolo “I codici musicali dell’Archivio Capitolare della Cattedrale di Città di Castello”, che espone manoscritti e libri corali contenenti le preziose musiche di Pierluigi da Palestrina e Antonio Maria Abbatini conservate nell’Archivio storico diocesano. Giovedì 13 novembre alle ore 18, si terrà la solenne celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Luciano Paolucci Bedini e animata dalla Schola Cantorum «Anton Maria Abbatini». 

Dal 20 novembre poi ripartirà il 51° anno di proposta della scuola di formazione teologica aperta a tutta la Diocesi.

“Tutto questo – ha detto il vescovo Luciano Paolucci Bedini – per ripartire con la chiesa e la comunità civile unite dalla testimonianza di questi due Santi che aiutano a comprendere l’importanza dell’essere comunità, del prendersi cura della città ma anche della chiesa e delle bellezze culturali e storiche.”

Un patrimonio che torna a vivere

L’intero progetto Lauda Mater va interpretato come un atto di responsabilità culturale: riportare alla vita un repertorio spesso relegato negli archivi, restituirgli dignità artistica, inserirlo in un contesto estetico e spirituale che ne valorizzi l’essenza, e al tempo stesso far dialogare passato e presente.

Questa operazione — tanto musicale quanto antropologica — riafferma il ruolo della Schola Cantorum Abbatini come presidio culturale del territorio, capace di collegare la comunità contemporanea alle proprie radici spirituali.

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